Nel 2020 in Italia sono stati denunciati complessivamente 1.866.857 reati. Complice la pandemia, si è registrata una riduzione del 18,9% rispetto all’anno precedente, con 435.055 crimini in meno. Gli omicidi -16,4%, le rapine -18,2%, i furti -33,0%, i furti in appartamento -34,4%. Nonostante ciò, per due terzi degli italiani (il 66,6% del totale) la paura di rimanere vittima di un reato non è diminuita e per il 28,6% è addirittura aumentata. È quanto emerge dal «2° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia» di Censis e FederSicurezza.
La sicurezza privata al lavoro per la qualità della vita degli italiani. Negli ultimi dieci anni la sicurezza privata è enormemente cresciuta in termini di numeri, funzioni svolte, capacità tecniche e professionali. Con il Covid la categoria si è candidata ad ampliare ulteriormente i propri compiti, per garantire ad esempio il rispetto del distanziamento interpersonale nei luoghi rimasti aperti. Il 50,5% degli italiani esprime fiducia nelle guardie giurate e negli operatori della sicurezza privata. Ma il 55,7% è convinto che il settore avrebbe bisogno di un maggiore riconoscimento sociale. Il 62,8% degli italiani è convinto che ci sia una scarsa consapevolezza da parte della popolazione in merito a quello che le guardie giurate e gli operatori della sicurezza privata fanno: la loro attività è spesso misconosciuta.
“Una categoria completamente dimenticata, specialmente dallo Stato – denuncia l’avv. Alberto Ziliani, Consigliere di FederSicurezza in CoESS, nonostante possa essere considerata il braccio destro di quest’ultimo nella risposta alle sempre più pressanti esigenze di sicurezza della popolazione. I servizi offerti dal comparto, a quanto pare ancora poco familiare ai più, sono molteplici, dalla tradizionale tutela dei beni al trasporto valori, per arrivare alla moderna cyberscurity e a realtà paradossalmente ancora non consentite nel nostro Paese come la sicurezza alle persone, esigenza ampiamente riconosciuta in altri Paesi europei ma non in Italia, con le pesanti conseguenze anche in termini di mancato guadagno che questo comporta”.
“La domanda che mi pongo, e che pongo a tutta la platea – ha concluso Ziliani – è la seguente: in presenza di un’esigenza di sicurezza mai così urgente come in questa crisi pandemica, e a fronte della persistente carenza di risorse dello Stato, perché non fare appello all’expertise di soggetti disponibili e ampiamente preparati professionalmente quali i nostri operatori?”
Questi tra i principali risultati del «2° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia», realizzato dal Censis per FederSicurezza, che è stato presentato oggi da Anna Italia del Censis e discusso da Alberto Ziliani, Consigliere di FederSicurezza in CoESS, Annagrazia Calabria, Vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, Nicola Molteni, Sottosegretario del Ministero dell’Interno, Alberto Pagani, membro della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, Mario Perantoni, Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Emanuele Prisco, membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, moderati da Luca Telese, giornalista e scrittore.