Intervista a Silvia Trivini, Rappresentante della Direzione - Responsabile di schema - Lead Auditor di UNITER S.r.l., organismo di certificazione accreditato da Accredia e partner di UNIV - ConFederSicurezza.
Dal vostro osservatorio, qual è il reale stato di attuazione del processo di certificazione nel settore della vigilanza privata?
Considerando che siamo partiti nel 2015, tutti gli Istituti dovrebbero ormai essere coperti, dal momento che, in assenza di certificazione, non avrebbero potuto rinnovare la licenza.
Nell'elenco degli Istituti di vigilanza pubblicato sul sito della Polizia di Stato (datato14/04/2022) si annoverano tuttavia solo 450 istituti certificati ex UNI 10891 (7 dei quali in costanza di certificazione scaduta o sospesa). Di questi 450, 110 istituti hanno certificato anche la centrale operativa secondo la norma UNI CEI EN 50518.
In un simile contesto (ricordiamolo, in costanza di regime di certificazione obbligatoria), perché rinnovare la norma UNI?
La norma UNI 10891 è stata emanata ormai 22 anni fa. Le norme tecniche subiscono di regola una revisione periodica (solitamente ogni quinquennio) per adeguarle alla realtà che, per sua natura, evolve. Nel caso specifico della norma 10891, dal 2000 il settore ha peraltro vissuto l'emanazione di una corposa normativa: DM 269/2010 e smi, Decreto 56/2015, DM 115/2014 e smi, Disciplinare del Capo della Polizia 27/02/2015 e smi, Decreto 154/2009, Decreto 6 ottobre 2009. Un aggiornamento della norma tecnica era quindi inevitabile.
Quali sono le differenze rispetto alla release precedente?
La nuova edizione della norma ha allineato definizioni e servizi alla normativa in vigore (comprendendo le tipologie di servizi non incluse in precedenza - ad es. i servizi di classe C o i servizi sussidiari di classe A e altri), ha poi richiamato le nuove norme tecniche applicabili (UNI 10459, UNI CEI EN 50518), come pure le figure apicali degli IVP (titolare di licenza, institore, direttore tecnico, direttore tecnico per i servizi di sicurezza sussidiaria), il personale operante (GPG e non) e il professionista della security (chiarendone bene il ruolo ed il livello di coinvolgimento nell'Istituto), infine ha introdotto concetti e requisiti tipici dei sistemi di gestione qualità e comunque importanti per l’organizzazione degli IVP (es. concetto di "informazioni documentate").
Sono previste nuove incombenze per le imprese?
Per gli istituti già in linea con la normativa cogente e certificati ISO 9001, lo sforzo di adeguamento è molto contenuto. A chi non è certificato ISO 9001, si chiede una maggiore attenzione alla documentazione di alcuni processi (acquisti, formazione e gestione risorse umane, manutenzioni, comunicazioni), specificando gli aspetti maggiormente critici degli stessi.
Lato lavoratori, sono previste novità di sostanza?
I requisiti per poter lavorare nei diversi ruoli nell'Istituto di vigilanza non cambiano (le norme cogenti sono esaustive e rappresentano il riferimento principale). Viene però meglio chiarito il ruolo del professionista della security (certificato o meno) all'interno dell'Istituto, mentre i nuovi contenuti (es. il richiamo alla necessità di specifiche qualifiche e certificazioni per Direttore Tecnico e GPG nei servizi di vigilanza sussidiaria di classe A) sono essenzialmente richiami a quanto già stabilito dalla normativa cogente.
Quali sono le tempistiche previste per l'adeguamento?
Di solito il regime transitorio è di due anni dalla data di emissione della nuova norma (10 marzo 2022). In questo caso dobbiamo però aspettare che il Ministero dell'Interno si esprima al riguardo. In particolare il Ministero deve aggiornare la Tabella 1 bis per l'audit UNI 10891 ai contenuti della nuova norma; successivamente Accredia potrà adeguare gli accreditamenti in essere degli organismi di certificazione e questi ultimi, a loro volta, potranno istruire le pratiche di adeguamento.
Una cosa certa è che l'adeguamento potrà avvenire nell'ambito di un audit normale di mantenimento o rinnovo della certificazione (il primo audit utile dal momento dell'ok a procedere da parte di Accredia e Ministero), senza necessità di tempi e costi aggiuntivi per l'Istituto.
Cosa può fare Uniter per sostenere le imprese in questo delicato passaggio? Avete previsto condizioni particolari per gli associati UNIV?
Il webinar che abbiamo organizzato il 28 aprile scorso è stata un'occasione per illustrare puntualmente le modifiche incorse: tutti gli Istituti che non sono riusciti a partecipare possono comunque richiedere le slide a trivini@uniter-italia.com. Rammento che, per gli associati UNIV come per tutti gli associati ConFederSicurezza, è previsto uno sconto del 15% su tutte le tariffe UNITER. Garantiamo assistenza costante, personalizzazione di soluzioni, tempestività di risposta e flessibilità del servizio, sempre nel rispetto delle regole di accreditamento.