Un Osservatorio sulla Sicurezza della Casa realizzato dal Censis, con il contributo del Servizio Analisi Criminale del Ministero degli Interni e di Verisure Italia (socio UNIV) e con il supporto di ConFederSicurezza e Servizi e UNIV, Unione Nazionale Imprese di Vigilanza.
Questo l'oggetto del talk show che si è tenuto il 4 Ottobre, moderato da Daria Paoletti (SkyTG24), e che ha visto alternarsi Stefan Konrad (Verisure Italia), Bruno Domini (3° Divisione Servizio Analisi Criminale), Massimiliano Valerii (Censis), Luigi Gabriele (ConFedersicurezza e Servizi) e Nicola Ferrigni (Link Campus University).
L'incontro ha disegnato un quadro delle minacce e dei pericoli connessi al trasformarsi degli stili di vita e al nuovo modo di vivere l’abitazione. Durante la pandemia la casa è stata riparo, isolamento, ufficio, luogo di cure e di affetti, presidio di sicurezza. Oggi la paura è che quel rifugio possa essere violato: per 55 italiani su 100 un furto o un’aggressione nella propria abitazione sono infatti gli eventi che spaventano di più. Si tratta tuttavia di una paura: i furti sono infatti diminuiti negli ultimi dieci anni (2012-2021), ma la sicurezza personale rimane al centro delle preoccupazioni. 17 milioni di italiani si sentono poco o per nulla sicuri fra le mura domestiche, 6 milioni di donne hanno paura a stare sole in casa di notte. La casa, purtroppo, può anche essere luogo di violenze e maltrattamenti. E questo è stato ancor più vero proprio durante l’emergenza sanitaria, e anche in piena pandemia: nel 2021 stati denunciati 22.602 maltrattamenti contro famigliari e conviventi (+ 8,4% rispetto al 2019 e +4,1% rispetto al 2020); 17.539 atti persecutori (+9,2% dal 2019, +4,7% dal 2020); 5.169 violenze sessuali (+ 5,8% nel biennio, +14,9% nel solo ultimo anno), e 119 omicidi con vittime donne (+ 9,2% nel biennio, + 1,7% nell’ultimo anno, che significa due donne in più morte per mano di uomini). Significativa è la “classifica delle paure”: il 55% degli intervistati teme di subire un furto in casa; il 41,1% è preoccupato di subire un’aggressione fisica (44,8% delle donne e 37,3% degli uomini); ma per le donne il terrore è la violenza sessuale (30,8%), mentre il 29,6% teme un’emergenza medica (con quote che raggiungono il 35,7% tra gli over 55).
Del resto stiamo vivendo un forte cambio demografico: molte persone vivono da sole ma sono anziane e spesso donne, non di rado in grave condizione di carenza abitativa. La centrale Verisure parla di tanti scatti d'allarme ma pochi interventi perché spesso l'allarme si risolve anche solo indirizzando correttamente e rassicurando. Eppure nel 2021 gli allarmi hanno portato anche a 46 arresti: la sinergia pubblico-privato si sta quindi rafforzando. “La complementarità della sicurezza privata è del resto emersa con forza negli ultimi anni – ha dichiarato Luigi Gabriele, Presidente ConFederSicurezza e Servizi - complici non solo la pandemia e una digitalizzazione sempre più spinta, ma anche l'endemica carenza di risorse dello Stato. Gli italiani credono nella vigilanza privata, specialmente nella combinazione tra tecnologie avanzate e risorse umane professionalizzate per prevenire, gestire e intervenire fisicamente in situazioni di allarme. In questo processo c'è però un limite che non ha più senso di esistere: la guardia giurata può difendere solo il bene e non la persona. Un limite giuridico ormai obsoleto, che richiede un rapido correttivo.”
Del resto, se per 8 italiani su 10 è fondamentale che un sistema di sicurezza riesca ad attivarsi e intervenire prima che il reato si compia, è essenziale che alla guardia sia data davvero la possibilità di intervenire. Lato industria, la sfida più importante è sviluppare tecnologie facili ed efficaci per tutti, sia per chi deve essere soccorso, sia per chi deve intervenire.