Riprendiamo per gentile concessione l'intervista di www.vigilanzaprivataonline.com a Pasquale Torelli, Direttore Operativo e Security Manager di CVO Group, associato UNIV e Delegato per la Regione Lombardia.
Inflazione e caro energia, spending review ma anche difficoltà a reperire il personale e quindi ad evadere le commesse acquisite: nuovi problemi che si sommano a quelli ormai tradizionali del settore (concorrenza sleale, abusivismo, CCNL in stallo, gare d'appalto al massimo ribasso o cucite ad hoc per alcuni operatori). Come reagisce la vigilanza privata? Ne abbiamo parlato con Pasquale Torelli, Direttore Operativo e Security Manager di CVO Group (lo storico Corpo Vigili dell’Ordine che da oltre un secolo offre sicurezza nel paese).
Siamo immersi nella tempesta perfetta: inflazione, caro bollette e lo spettro, ad oggi pressoché inevitabile, di una recessione. Quanto è colpito il settore della vigilanza privata da queste criticità? Si riescono a mantenere quote di mercato o la clientela comincia a tagliare i budget?
La vigilanza privata, come tutti i settori produttivi, sta subendo le conseguenze negative della situazione economica internazionale ed italiana. Le aziende si stanno ridimensionando per contenere l’effetto dell’aumento dei costi e applicano importanti spending review. Ma questo non implica necessariamente un calo della qualità dei servizi: questa fase può infatti anche esser utile per ottimizzare attività per le quali in passato non c’era particolare attenzione. Basti pensare alla conduzione di un intervento per allarme gestita quasi interamente da software mirati e App, che consente al personale in servizio di operare in tutta sicurezza e più velocemente, abbattendo il tempo di lavoro. Lato clientela, nonostante la congiuntura, la committenza mantiene una certa attenzione al settore sicurezza, che resta comunque uno dei bisogni primari della comunità. L’incertezza economica potrebbe del resto far incrementare i reati: questo ingenera la necessità di introdurre le più adeguate misure di tutela della persona e del patrimonio.
Si dice che le imprese cerchino lavoratori ma che nessuno si presenti ai colloqui, un fenomeno che - stando all'ultimo rapporto rilasciato da CoESS - interessa anche il settore sicurezza. E' vero? Il mancato rinnovo del CCNL da oltre 7 anni che ruolo gioca in questo scenario?
La difficoltà a reperire personale è divenuta preponderante in molti settori. Purtroppo, anche quello della Vigilanza Privata ne è fortemente colpito. Oggi selezionare il personale, soprattutto in alcune piazze, è diventato davvero difficile: non si riescono nemmeno a fissare colloqui conoscitivi. Molti candidati, appena vengono informati dei turni di lavoro e delle retribuzioni, declinano la posizione. Sicuramente il mancato rinnovo del CCNL gioca un ruolo pesantemente negativo. Il candidato individua subito il rischio legato alla posizione lavorativa proposta e non trova conforto nella retribuzione prevista da un CCNL ormai più che datato ed ulteriormente penalizzato dalla corrente inflazione - superiore, a quanto pare, al 10%. Un mix che chiaramente non incentiva nuovi inserimenti.
Quali sono a suo avviso le riforme più urgenti per il settore della sicurezza privata?
Per quanto attiene al tema normativo, si dovrebbero aumentare i controlli sulle aziende che lavorano in questo settore in quanto - nonostante le importanti riforme introdotte dal D.M. 269/2010 e s.m.i. - continuano ad operare aziende che non hanno nemmeno i minimi requisiti, creando un effetto dumping molto dannoso. Ho sempre ritenuto che la professione della Guardia Giurata debba essere nobilitata, non solo dal punto di vista del trattamento economico ma soprattutto per quanto attiene all’apprezzamento da parte delle Istituzioni e della società in generale; sono convinto che l’istituzione di un albo nazionale possa in questo senso essere un importante riconoscimento del ruolo sociale della Guardia ed anche un bacino da cui attingere forza lavoro qualificata.
E con riferimento al mercato della sicurezza cosa urge cambiare?
Andrebbe rivisto il sistema delle Gare d’Appalto in quanto l’attuale preponderante criterio di assegnazione al “massimo ribasso” non fa altro che erodere - se non azzerare – il margine dell’impresa, ma ciò evidentemente non riguarda solo il nostro settore. Sempre su questo tema, è cosa nota che molti appalti prevedano capitolati che sembrano “cuciti su misura” per certe organizzazioni piuttosto che per l’intera “platea” di attori presenti sul mercato della sicurezza...
Quali sono le sue proposte e aspettative in qualità di delegato UNIV per una regione trainante come la Lombardia?
Conosco bene la realtà lombarda, certamente il mercato più competitivo e frequentato insieme a quello romano. La sola proposta che oggi mi sento di fare è quella di promuovere, in accordo con le Prefetture, uno snellimento procedurale e temporale per il rilascio dei titoli abilitanti alla professione di Guardia Giurata. Già è complicato reperire il personale, se poi le aziende devono aspettare in media tre mesi per il compimento dell’iter burocratico, a difficoltà si aggiungono solo altre difficoltà.
Al netto di ogni valutazione politica, la manovra del Governo, con il discusso rialzo al tetto del contante, può dare una mano ad un segmento che ha sofferto particolarmente durante la pandemia, come il trasporto valori?
Il rialzo al tetto del contante potrebbe in qualche modo aiutare il comparto del trasporto valori ma è altresì vero che gli italiani sono un popolo che storicamente ama sentire tra le dita il fruscio dei soldi molto più che la fredda plastica della carta di credito, motivo per cui non vedo in futuro uno sconvolgimento sostanziale dell’attività e dei volumi di trasporto valori.