Riprendiamo, per gentile concessione, l'intervista di www.vigilanzaprivataonline.com al nostro Viceopresidente Alessandro Pimpini sulle anomalie del bando di gara recentemente emanato da Regione Lazio per l’affidamento dei servizi di vigilanza privata armata, portierato, telesorveglianza e televigilanza con pronto intervento, trasporto valori e manutenzione degli impianti di sicurezza.
Questo bando di gara sta facendo discutere molto, soprattutto perché non sembra consentire la più ampia partecipazione - auspicata, tra gli altri, dall'ANAC. Quali solo i punti più controversi?
Partirei dai requisiti di idoneità, ossia la licenza ex art. 134 del TULPS per le classi A-B-D dei DM 269/2010 e 56/2015. La classe D si riferisce ai servizi di scorta e trasporto valori. Peccato che in ambito nazionale, ed in particolare sui territori dove dovranno essere svolti i servizi, gli Istituti con tale requisito siano una netta minoranza. Tra l'altro nel bando non appare neanche la quotazione per detta attività, che di norma si regola a “prestazione”.
E come si dettagliano i prezzi di una prestazione di servizio di trasporto valori?
Secondo la norma, il trasporto deve essere eseguito, in base all'entità del valore trasportato, da 1-2 Guardie Giurate con mezzo semplice radiocollegato, oppure da 3 GPG con mezzo blindato. Nel bando non è chiaro nemmeno da dove e verso dove dovrà essere reso il servizio. Tra l'altro per formulare un prezzo è essenziale conoscere gli orari di ritiro e consegna, la frequenza degli stessi e gli accordi tra banca e stazione appaltante circa la consegna del danaro. In caso di agenzia chiusa al momento della consegna, il denaro deve ritornare al mittente o essere trattenuto nel caveau dell’Istituto? Segnalo che, se la Regione propendesse per quest'ultima opzione, allora l’Istituto dovrebbe essere in possesso anche della classe E “Caveau” (che non è richiesta dal Disciplinare).
La lacuna più eclatante nel bando è l'assenza di dati sul numero di risorse da impiegare e sulla retribuzione: come si può formulare un'offerta senza questi elementi?
Non pare un bando troppo trasparente, con l'aggravante che – trattandosi di attività ad alto contenuto di manodopera - vige la regola del cambio appalto, con annessi e connessi per i lavoratori. Ma ci sono altri aspetti che suscitano perplessità. Ad esempio, la Stazione Appaltante si riserva di fornire eventuali chiarimenti entro 6 giorni dalla scadenza. Ossia: visto che la gara scade il 7 Febbraio, le risposte arriveranno entro il 1 Febbraio. Si immagini se più operatori economici volessero, che so, costituirsi in una RTI. Non avrebbero nemmeno il tempo per pensarla. Né per fare il sopralluogo propedeutico alla fornitura dei servizi e delle tecnologie, considerato - incomprensibilmente - come meramente facoltativo...qui parliamo di una gara da 90 milioni, con le tecnologie stimate in un 20% della base d’asta!
Veniamo allora al tema degli installatori degli impianti di sicurezza, per i quali il bando non sembra imporre l’attestazione SOA...è regolare?
Questa omissione è in aperta violazione delle previsioni di legge, che sanciscono l’obbligo di avvalersi di operatori muniti di attestazioni SOA per appalti pubblici aventi un importo pari o superiore ad € 150.000,00 - Codice dei Contratti Pubblici, d.lgs. 50/16 e s.m.i., art. 84, co. 1.
Un altro punto controverso è la durata di questo bando, decisamente poco chiara...
Si parla di 24 mesi con l’opzione di ulteriori 12 mesi, tempo massimo entro il quale l’amministrazione può operare l’assegnazione di un contratto con l’O.E. vincitore del lotto, che durerà da quella data per altri 48 mesi. In buona sostanza, si potrebbe arrivare addirittura a 7 anni di affidamento dei servizi, salvo proroghe. Termine che cozza con la sola ordinaria amministrazione di cui dovrebbe occuparsi un'Amministrazione uscente come quella di Regione Lazio...
Cosa si può fare nell'immediato?
ConFederSicurezza sta scrivendo a tutti gli enti interessati suggerendo una rivisitazione anche parziale del testo con un documento più chiaro e, se del caso, con più Lotti, con il vincolo che ogni O.E. possa sì partecipare ed aggiudicarsi anche più lotti, ma ne possa avere assegnato solo uno.
Questa soluzione ridistribuirebbe su tutto il territorio gli appalti che la pubblica amministrazione produce e favorirebbe anche aziende di minor impatto in termini di fatturato, ma comunque attente all’erogazione qualitativa dei servizi appaltati.