Anna Maria Domenici, Segretario Generale UNIV-ConFederSicurezza aderente a Confcommercio, ha partecipato all'ultima riunione dell'Osservatorio sulle Soluzioni di Sicurezza e Facility Management dell'OSSIF, Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine, cui aderiscono importanti realtà bancarie, associative, federali ed aziendali del settore sicurezza (lato servizi ma anche lato tecnologie). Tra i temi emersi, le difficoltà del segmento trasporto valori dovute alla scarsità di manodopera, alla riduzione dei ricavi dovuta alla minore circolazione di contante, alla contrazione dei servizi legata alla riduzione degli sportelli bancari e all’aumento dei costi (massimali più bassi per singoli trasporti e adempimenti normativi sempre più onerosi).
Ma si è parlato anche di andamento di furti e rapine ai danni del sistema bancario, di relazioni con Ministero e Prefetture, di elaborazione di strategie di contrasto e di valorizzazione di best practices. Per fornire un panorama più ampio, pubblichiamo un'intervista a Marco Iaconis, coordinatore di OSSIF, Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine.
Intervista a Marco Iaconis, coordinatore di OSSIF
Qual è l'andamento di furti e rapine agli sportelli bancari secondo le ultime rilevazioni del vostro osservatorio?
Le ultime rilevazioni OSSIF sono riferite al 2022. Un anno particolare, che ha seguito un biennio caratterizzato da ondate pandemiche più o meno pervasive e che hanno profondamente condizionato gli stessi dati. Ad un'analisi superficiale, infatti, potrebbe emergere una crescita delle rapine alle agenzie (da 87 a 124, +42%) ed una contestuale diminuzione dei furti agli ATM (da 169 a 121, -28%). Se però ci concentriamo su un'analisi del lungo periodo, registriamo un calo costante e marcato delle rapine negli ultimi 10 anni (dai 1.246 casi del 2013 si è passati a 87 eventi nel 2021). Il rimbalzo 2022 è dunque da interpretare alla luce dei lockdown, del maggior controllo esercitato sul territorio e del rafforzato presidio esterno delle agenzie nel 2021, non come un incremento di attacchi di valore statistico.
Al netto delle alterazioni dovute al Covid, l'andamento degli eventi criminosi nel mondo bancario è quindi rassicurante. A cosa si può ascrivere? Quanto incidono i servizi e le tecnologie per la sicurezza?
E' il frutto di una concomitanza di fattori, che vede però al primo posto le misure di sicurezza messe in campo dalle banche negli anni. Secondo una nostra recente survey, videoregistrazione e dispositivi di erogazione temporizzata dal denaro (che di fatto tolgono valore e quindi senso alla rapina) sono presenti nella pressoché totalità delle agenzie bancarie, seguiti da allarmi antirapina, bussole, dispositivi ad apertura ritardata, protezioni perimetrali attive e passive, metal detector e videosorveglianza. Molte altre tecnologie sono poi utilizzate in misura minore.
E lato servizi di vigilanza privata?
Il piantonamento è ancora presente nel 16% delle agenzie, anche se si registrano differenze, anche marcate, sul piano regionale: in Campania ad esempio questi servizi sono presenti nel 40% delle agenzie, mentre in Lombardia solo nel 9,5%. Si tratta di scelte legate primariamente all'incidenza del rischio e alla maggiore presenza di contante in filiale, ma anche alla preferenza di tecnologie sul fattore umano, oppure alla maggiore frequentazione delle agenzie nel centro-sud rispetto al nord, dove prevalgono ormai le operazioni digitali, l'home banking e i layout tipici dei negozi finanziari.
E quali altri fattori hanno ridotto gli eventi criminosi nel mondo bancario?
E' stato strutturato un processo virtuoso di collaborazione con le Forze dell'Ordine che prevede la stesura di protocolli per lo scambio di informazioni sugli eventi con il Ministero dell'Interno, da trasferire poi sul territorio. Altri protocolli d’intesa per la prevenzione della criminalità ai danni delle banche e della clientela vengono siglati con le Prefetture, originando vere e proprie policy di sicurezza (mandatory per la banche aderenti) che suggeriscono, con un certo grado di flessibilità, l'adozione di diverse misure consigliate. Altrettanto fruttuoso il dialogo costante messo in campo con i fornitori di servizi e di soluzioni di sicurezza e la grande utenza. Esiste un tavolo permanente di lavoro nel quale ci confrontiamo sulle tecnologie più apprezzate e suggeriamo anche migliorie da apportare. Sul fronte dei servizi ci confrontiamo su modalità, tempistiche e rischio operativo e cerchiamo di trovare un punto di sintesi efficace tra qualità e costi sostenibili.
Ha toccato un tasto dolente. Il comparto della sicurezza privata non rinnova il CCNL da quasi 8 anni e viviamo un momento di rincari e inflazione: come accoglierà l'utenza bancaria gli inevitabili ritocchi ai listini?
Vorrei prima di tutto ricordare che la spesa bancaria per i servizi di vigilanza privata, trasporto valori e trattamento e contazione di denaro è di per sé molto ingente. Tra sicurezza antirapina, antifurto e ciclo del denaro, parliamo di 470 milioni di euro all’anno, dei quali quasi 103 per servizi di vigilanza, 114 per il trasporto valori e 63 per il trattamento del denaro.
Ovviamente costo e qualità devono procedere a braccetto: si dovrà trovare un punto di sintesi equilibrato tra le posizioni, che non sono certamente inconciliabili. Sul tema della qualità del trasporto valori, è già attivo un tavolo ad hoc in ambito Banca d'Italia e si è manifestata di volontà di definire degli standard operativi più elevati tramite un'analisi dell'evoluzione del comparto e del fabbisogno formativo e con possibili iniziative per incrementare la sicurezza degli operatori.
Siamo certamente sulla strada giusta.