Riportiamo un articolo apparso su Il Giornale.it e Il Giornale Milano del 16 aprile 2023 che interpella il Presidente di UNIV Luigi Gabriele sul possibile contributo della vigilanza privata nella costruzione di un sistema a maggior sicurezza nei mezzi di trasporto e nelle realtà sanitarie.
Sono disponibili a dare il loro contributo per tutelare la sicurezza milanese. Sono disponibili a salire sui treni, le metropolitani, i tram, i bus e anche a presidiare i pronto soccorso degli ospedali. E per questo chiedono di aprire un tavolo di lavoro con la Regione Lombardia, la Prefettura di Milano e Anci Lombardia. «Siamo pronti ad offrire alle istituzioni l'esperienza e il know-how dei nostri istituti di vigilanza», spiega Luigi Gabriele, presidente di Confedersicurezza, l'organismo di rappresentanza unitaria del comparto vigilanza e sicurezza privata aderente a Confcommercio.
L'obiettivo è quello «di prevenire e contrastare comportamenti aggressivi, danneggiamenti e le violenze che, sempre con maggior frequenza, si registrano all'interno dei presidi ospedalieri e sui mezzi di trasporto». Già oggi, racconta, a Milano e nell'area metropolitana operano 24 ore su 24 oltre 5mila guardie particolari giurate che potrebbero essere impegnate a tutelare la sicurezza nei luoghi dove oggi è maggiormente a rischio. «Si tratta di uomini e donne appositamente formati che potrebbero, fin da subito essere utilizzati nei servizi di sorveglianza su treni e plessi sanitari, ma anche - aggiunge Paolo Uniti, coordinatore delle attività di Confedersicurezza in Lombardia - sui mezzi pubblici urbani ed extraurbani».
La questione è delicata e il confine, quando si parla di tutela della sicurezza, è sottile. Ma del resto la possibilità «di avvalersi dei nostri operatori in contesti sanitari - puntualizza ancora Gabriele - è peraltro prevista dal Tulps, il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e sono fermamente convinto che il nostro contributo possa generare una virtuosa sinergia a supporto delle Forze dell'Ordine eventualmente già impiegate». Non solo. Oltre ad essere interessati ad un maggior coinvolgimento, come spiega Paolo Uniti, coordinatore delle attività di Confedersicurezza in Lombardia, «può essere anche il momento per una riflessione sugli attuali limiti normativi. Pochi sanno che le guardie giurate oggi possono vigilare i palazzi, le mura degli edifici ma non le persone che ci sono all'interno».
È una normativa datata, di oltre 30 anni fa «e che andrebbe rivista considerando anche le nuove esigenze della società». Attualmente nell'area milanese ogni notte ci sono 160 pattuglie impiegate, tutte coordinate dalle centrali operative degli istituti di vigilanza. «Spesso sono un numero maggiore delle forze dell'ordine - fa notare Uniti - Perché limitare questa possibilità che permetterebbe di liberare agenti di polizia e carabinieri su altri campi? La difesa dei cittadini spetta solo allo Stato ma la possibilità di un qualche intervento potrebbe essere oggetto di un tavolo col ministero degli Interni».
È solo di qualche giorno fa, l'accordo stretto dalla Regione che dà la possibilità alle forze dell'ordine e ai militari di viaggiare gratuitamente su treni e bus regionali e garantire in caso di necessità il loro intervento. «I tempi sono cambiati - fa notare Paolo Uniti - A Milano abbiamo già un protocollo sulla movida che funziona. È stato stipulato tra il Comune, la prefettura e le organizzazioni di categoria e garantisce la presenza di vigilanza non armata al di fuori dei locali. E funziona da deterrente».