Il 7 maggio scorso è stato discusso presso la 1^ Commissione permanente (Affari Costituzionali) il disegno di legge 1008 (“Disciplina delle attività di sicurezza sussidiaria svolte da soggetti privati”), che – tra le varie cose – sembra porre sotto licenza di polizia anche i servizi fiduciari.
ConFederSicurezza e Servizi, cui appartiene UNIV, ha scritto al Prefetto Mannella per commentare il DDL, che dovrebbe meglio definire i punti non affrontati dalla riforma del 2008 e disciplinare le attività che necessitano di regole (tutela delle persone, sicurezza all’estero), anzichè fare confusione fra i ruoli già esistenti o postulare un sistema di licenze che farebbe collassare la burocrazia amministrativa.
Invece, si legge nella lettera, “la sensazione è che ci si trovi di fronte ad un calderone che, in alcuni casi, fa fare passi indietro rispetto alle conquiste sinora raggiunte (per esempio il rapporto tra ambito territoriale, servizi e personale o la certificazione di qualità) e mette in discussione talune certezze (i servizi di sicurezza sussidiaria – per citare l’esempio macroscopico - sono una specifica tipologia di elevato profilo perché inserita nel contesto della disciplina di prevenzione contro atti di terrorismo).
Il disegno di legge sembra convogliare sotto lo stesso tetto attività in alcuni casi molto diverse e che necessitano di una specifica regolazione, anche tecnica, come la cybersicurezza, oppure che ad oggi, ancorché diffuse e addirittura definite dalla normazione volontaria, non sono irreggimentate in una licenza di polizia, come i servizi una volta definiti fiduciari.
Su questi ultimi, in particolare, s’impone una riflessione ulteriore: il comparto ha da sempre ritenuto che i servizi fiduciari (o servizi ausiliari alla sicurezza come oggi vengono definiti) dovessero essere separati dalla vigilanza privata (riduttivamente definita “vigilanza armata”) e, quindi, non essere assoggettati alla licenza di polizia.
Sul punto, ConFederSicurezza e Servizi ha essenzialmente condiviso questa posizione, valutando però anche che, laddove si fosse avvertita la necessità di dare ai servizi fiduciari una cornice normativa – attesi i profili di contiguità con la sicurezza privata – si sarebbe dovuta ipotizzare un’autorizzazione semplificata, sia in termini di requisiti che di modalità di rilascio (la forma più giusta appariva la SCIA) che contemperasse le esigenze di sicurezza pubblica con quelle imprenditoriali.
Il DDL 1008 pone nuovamente la questione, ma la risolve con una disciplina complicata, che crea confusione fra i ruoli oggi esistenti e postula un sistema che andrebbe ad impattare negativamente sulla già perennemente al collasso burocrazia amministrativa, quindi un danno assoluto per imprenditori e lavoratori.
Questa Confederazione è quindi disponibile ad affrontare una seria discussione su questo punto per arrivare, magari, ad una disciplina che integri i servizi fiduciari e le altre attività che oggi si vanno delineando (a partire dalla cybersicurezza) nell’attuale sistema sicurezza, ma senza rinunciare alle conquiste faticosamente raggiunte e senza gravare di inutili orpelli un settore endemicamente in sofferenza”.
In allegato la lettera.