Il settore sicurezza è di appannaggio storicamente maschile: dal vostro osservatorio privilegiato, qual è la reazione delle imprese del settore all'opportunità della certificazione della parità di genere?
La sicurezza è un settore storicamente dominato dagli uomini, ma le cose stanno cambiando. Sempre più studi dimostrano che le aziende con maggiore diversità di genere – in termini di presenza generale e soprattutto in ruoli apicali – ottengono migliori performance finanziarie, più innovazione e crescita. Inoltre le aziende con leadership femminile hanno maggiore probabilità di migliorare la soddisfazione dei dipendenti e divengono maggiormente attrattive. Le imprese stanno iniziando a riconoscere questi benefici e a vedere la certificazione della parità di genere non solo come una necessità etica, ma anche come un'opportunità per migliorare la loro competitività e attrattività sul mercato del lavoro. Nel settore sicurezza ne tempo è aumentato il numero di donne nelle Centrali Operative, nei Servizi Sussidiari (portuali e aeroportuali), nei servizi di stewarding e nella vigilanza fissa. Nei servizi ausiliari alla sicurezza, il cambio di tendenza si rileva invece ormai da diversi anni. Se però guardiamo alle donne che ricoprono un ruolo di responsabilità (es. professionista della security ex norma UNI), Accredia calcola solo un 15% femminile tra tutte le figure certificate. C'è dunque ancora tanto da lavorare: la certificazione offre un'ulteriore spinta per garantire una maggiore presenza femminile nel settore, sia quantitativa sia qualitativa.
Oltre a favorire l'accesso femminile al mercato del lavoro, questo percorso di certificazione porta anche dei vantaggi di tipo fiscale o contributivo per le imprese aderenti?
Oltre ai benefici - intangibili ma oggettivi - di tipo reputazionale e di miglioramento della performance aziendale, la certificazione della parità di genere secondo la UNI/PdR 125:2022 può portare vantaggi di tipo economico. Le imprese certificate possono infatti ottenere uno sgravio sui contributi INPS versati in favore dei dipendenti dell’1% fino a 50.000 euro annui per 3 anni, inoltre dà diritto alla riduzione del 20% cumulabile delle fideiussioni e a premialità per l'assegnazione di fondi pubblici e nei bandi di gara.
Come si accede a questo percorso? Le aziende devono avere una dimensione specifica?
Il percorso può essere affrontato da tutte le imprese che abbiano almeno un dipendente: non vi sono vincoli strutturali, dunque a parte alcuni di regolarità normativa rispetti agli obblighi delle pari opportunità.. Le aziende devono introdurre politiche e pratiche conformi ai requisiti della UNI/PdR 125:2022 volte a ridurre le disparità di genere, inclusi piani d'azione per l'uguaglianza di opportunità, l'equità retributiva e la conciliazione vita-lavoro e la prevenzione e gestione delle molestie. Tali pratiche si valutano attraverso specifici indicatori. Nella valutazione di tali parametri la dimensione aziendale assume un ruolo: gli indicatori sono infatti diversi e proporzionati a seconda che si tratti di micro, piccola e media/grande impresa. Le imprese che vogliono intraprendere il percorso di certificazione possono anche usufruire di finanziamenti nazionali e regionali che coprono i costi della preparazione e della certificazione.
Perché scegliere UNITER nell'offerta certificativa esistente?
UNITER si è occupato sin dall’inizio di questa certificazione ottenendo l’accreditamento ACCREDIA tra i primi, già a luglio 2022, e vanta ormai una reputazione consolidata: nel settore è un punto di riferimento per le aziende ed offre tutto il supporto necessario per orientarsi. UNITER ha inoltre realizzato Linee Guida specifiche sulla Parità di Genere e partecipa con diversi speech negli eventi del settore. Inoltre UNITER presenta una forte specializzazione nella certificazione delle aziende della Sicurezza e vanta un’offerta completa alla quale si aggiunge la parità di genere, per la quale tiene conto, nelle attività di audit, delle peculiarità e delle conoscenze già acquisite nel settore. UNITER ha poi stipulato una specifica convenzione con UNIV che riserva condizioni e scontistiche dedicate ai soci.
Abbiamo già detto che la sicurezza, sebbene cominci a vantare una buona componente femminile, manca tuttavia di funzioni apicali femminili. Il Gruppo Nazionale Terziariodonna può dare una spinta ulteriore a questo percorso?
Il Gruppo Nazionale Terziario Donna Confcommercio ha avuto sin dall’inizio un ruolo cruciale nel promuovere la parità di genere e la certificazione di Genere. Terziariodonna ha subito puntato sul fatto che UNITER acquisisse l’accreditamento tra i primi e ha portato avanti, insieme a Confcommercio e UNITER, un progetto di diffusione capillare di questa certificazione sul territorio proprio con lo scopo di abbattere il soffitto di cristallo. Il progetto è in corso e sta dando i suoi frutti e può essere un volano a supporto delle donne per il superamento delle barriere, per il loro avanzamento e per promuovere una cultura aziendale più inclusiva. Le iniziative sul territorio di Terziariodonna possono sensibilizzare le aziende sui benefici della diversità di genere, favorendo un cambiamento culturale a lungo termine.