I presidi ospedalieri sono diventati un far west per gli operatori sanitari e per gli addetti alla sicurezza: la cronaca porta ormai esempi quotidiani di violenze fisiche e verbali. Come rispondere?
C'è chi propone di includere i presidi sanitari nell’elenco dei siti sensibili secondo il DM 154/09, in modo che le guardie giurate debbano seguire il percorso formativo previsto per gli addetti alla sicurezza sussidiaria. Si tratta però di una strada difficilmente percorribile, considerata la funzione squisitamente antiterrorismo dei servizi di cui al DM 154.
In verità, il DM 269/2010 inquadra già le strutture sanitarie nei luoghi sensibili, ossia dove è previsto l'esclusivo impiego di guardie giurate decretate (e non di operatori fiduciari): purtroppo nemmeno questo punto è pienamente rispettato, ad ulteriore detrimento della qualità e del livello di preparazione del personale.
Per aumentare la sicurezza degli operatori bisognerebbe innanzitutto rispettare il DM 269/2010, come pure aumentare il personale di vigilanza privata, visto che in non poche strutture una sola GPG deve presidiare un intero sito sanitario dalle 10 alle 12 ore consecutive.
Si può inoltre avviare una riflessione sulla necessità di costruire un percorso formativo ad hoc per la protezione di queste aziende, come pure di equipaggiare le GPG con strumenti di difesa come ad esempio il taser, recentemente ammesso – seppur con vari limiti - per le forze dell'ordine.
“Come UNIV siamo disponibili ad un confronto con tutte le parti interessate, purché qualunque iniziativa propugnata per tutelare le GPG diventi anche l'occasione per porre un freno all'inseguimento del minor costo. Considerato che alcune committenze nemmeno adeguano i salari al nuovo costo del lavoro definito dal CCNL, non ci stupirebbe se la clientela non volesse pagare nemmeno per la sicurezza dei lavoratori” - dichiara Anna Maria Domenici, Presidente di UNIV.